sabato 26 settembre 2009

After Dark (I)


After Dark è in ritardo. E non per colpa dell'editore (Arcadia) nè mia. E' il disegnatore (Nicola Pasquetto) che ancora non ha consegnato le tavole. Ma c'è un motivo, e il motivo si chiama Sergio Bonelli. Cosa deve fare un disegnatore di fronte a una chiamata della Bonelli? Mette tutto in pausa e inizia a lavorare per lui. Così Nicola ha colorato la storia di Mastantuono nell'ultimo Dylan Dog Color Fest, e ora sta lavorando sul nuovo speciale che dovrebbe essere in chiave umoristica, sempre con Mastantuono. Quindi il nostro After Dark va a rilento.
Come biasimarlo? Se mi chiamasse la Bonelli io abbandonerei tutto anche per andare ad appuntare i lapis al correttore di bozze, è normale. Bonelli per un autore di fumetti è come Berlusconi per una velina: se ti chiama gli dai anche il culo. Con la differenza che Bonelli agli autori chiede arte, mentre Berlusconi alle veline il culo glielo chiede davvero.
Ok, non scendiamo nel volgare, scusate se ho scritto la parola Berlusconi.

Insomma, After Dark dovrebbe uscire a marzo, io intanto ho scritto il canovaccio del secondo numero e ora mi sto dedicando a un episodio di Nathan Never. Ve ne frega qualcosa?
Il tutto per introdurre che il blog di After Dark chiude, perchè era stato progettato per delle tempistiche ben precise che poi sono saltate (è per questo che non lo aggiornavo, Max!). Così, in due mosse lo riporto su questo blog. Saluti.


Ronson: Ce l'hai fatta ad arrivare!
Trivetti: Oh, ho fatto la strada che mi hai detto, sai?
Ronson: E Fletch? Non dirmi che se l'è fatta sotto...
Trivetti: Gli ho telefonato, dice che è influenzato.
Ronson: Influenzato, certo. Sta sempre lì a fare il duro e appena ci sono un paio di cadaveri se la fa sotto come un moccioso. Andiamo dentro.
Trivetti: Ma come ha fatto Neal a lasciarci la pelle?
Ronson: Perchè è uno stronzo. Lo sai come è fatto, no? Si è messo a sparare a caso con la sua cazzo di mitraglietta e a un certo punto qualcosa è scoppiato. Deve aver preso qualche cazzo di esplosivo, non so.
Trivetti: E tu com'è che sei vivo?
Ronson: Uomo, conosco Neal, so com'è fatto. Sono stato a distanza. Non per paura dell'esplosivo... chi poteva immaginarlo? Solo che quello spara a occhi chiusi, se non me ne stavo distante e al coperto faceva fuori anche me! Ecco, entra.
Trivetti: Cazzo che casino!
Ronson: Te l'avevo detto. Per prima cosa contiamo le teste, dovrebbero essere tredici, poi ci occupiamo della roba.
Trivetti: Le teste? Cazzo vuol dire contiamo le teste?
Ronson: Per vedere quanti ne abbiamo presi, no? Magari qualcuno ci è scappato...
Trivetti: Sì, ho capito, ma perchè dobbiamo contare le teste?
Ronson: Se vuoi contare i coglioni fai pure, basta che poi dividi per due.
Trivetti: Ah, qui non basta contare le teste... guarda qua! Questo cosa sarebbe?
Ronson: Sembrerebbe un polmone...
Trivetti: Cazzo, va bene fumare... ma questo avrebbe le ossa nei polmoni secondo te?
Ronson: Oh, uomo, non sono mica un chirurgo, sai?
Trivetti: Hai sbagliato a chiamare me, dovevi chiamare il Doc.
Ronson: E' stato One a dirmi di chiamare te.
Trivetti: One non capisce mai un cazzo. Chiamiamo il Doc, intanto che lo aspettiamo ci mettiamo a cercare la roba.

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